NIJI_una preghiera
di_Francesca Cinalli e Paolo De Santis
Coreografia e danza_Francesca Cinalli
Musiche_Paolo De Santis
Luci_Agostino Nardella
Sguardo esterno_Doriana Crema
Produzione_Tecnologia Filosofica | si ringrazia_IAT-Gong di Genova, scuola di Danza, musica e teatro dei popoli e delle culture
PREMIO DELLA CRITICA ERMOCOLLE 2012
"giocate liberamente, studiate il cammino...e vedrete il vento" Maestro Zeami, Teatro No, secolo XV
Una preghiera ispirata al tempo e alle sue metamorfosi tra Oriente e Occidente, fra tradizione e rito. Una ricerca sul corpo e sulla voce in un connubio di culture: dalle suggestioni della danza butoh e della danza marziale indiana Kalarippayat, alla trance rituale dei dervisci rotanti, attraversando i sentieri della tradizione con canti giapponesi, messicani e del suditalia.
Niji, in cinese antico significa riconoscere il tempo: è l'istante in cui decidiamo, l'hic et nunc...da adesso in avanti. Una grande maschera ovoidale contiene e schiude a poco a poco il mistero del tempo: in essa, sogni, idee filosofiche, ricordi d'infanzia e stati emozionali prendono forma nel corpo e sono portati in scena attraverso i segni di una danza ipnotica. Lo spettatore è accompagnato in un viaggio onirico verso il superamento in cui il lento, delicato processo che va dall'utero materno alla nascita conduce alla morte e alla successiva rinascita, passando in rassegna il giudizio, le paure, gli egoismi, i fallimenti e le vittorie che per ironia della sorte capita di incontrare in quell'unico sensibile percorso chiamato vita.
Ricerca stilistica: dalle suggestioni della danza butoh giapponese, e della danza marziale Kalarippayat, alla trance rituale dei dervisci roteanti dell'Asia minore. Gli elementi scenografici, semplici ed essenziali, restituiscono immagini evocative che prendono vita e si trasformano all'interno di un luogo neutro dove il linguaggio della danza e le atmosfere della musica creano salti nel tempo e nello spazio. Lo spettacolo si arricchisce di contenuti preziosi donati dal canto(fonti provenienti dalle tradizioni orientali e occidentali, giapponesi, messicane e del suditaia), da un gramelot che regala i colori e i suoni di una teatralità popolare legata alla terra e alle radici e dalle sfumature di un paesaggio sonoro lirico e intenso, creato dal vivo.
foto ©Ermocolle2012; ©IIC Jakarta2015; ©Francesco Angelone; ©San Servolo dance meeting2012; ©Fiamma Grenni; ©MargotMome
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