Scrivono di noi

Estratti di rassegna stampa
Articoli e Recensioni sui lavori di Tecnologia Filosofica
 
ORFEO_der Augenblick dort 

Un gruppo del tutto nuovo, almeno fuori da Torino, e che sarà il caso di conoscere meglio, è quello del nome impegnativo di Tecnologia Filosofica. Giovani danzatori, che volendo andare oltre la propria tecnica, si sono rivolti ad un attore serio e preparato come Michele Di Mauro. Lui li ha guidati verso un percorso anche teatrale, mandandoli in scena con Der Augenblik Dort, ovvero “quell’attimo lì”. Da questa citazione rilkiana è nata una performance di teatro-danza malinconica ma divertente, di spessore e di spirito. Che echeggia forse nella composizione il teatro di Pippo Delbono a sua volta impregnato di Pina Bausch. Ma i danzatori sono bravi e pensanti, le situazioni complesse e ironiche”
Gianfranco Capitta, Il Manifesto, domenica 27 giugno 2010 “Quella sottile malinconia dei danzatori pensanti”

Un giro di giostra. Vorticoso, struggente, beffardo, travolgente. Uno spazio e un tempo dove tutto si mescola e sembra coesistere, coincidere: alto e basso, amore e dolore, vita e morte, passato e futuro, possesso e perdita, ribellione e rinuncia. Non c’è ordine e non c’è punto d’arrivo. Non c’è giusto, sbagliato, logica o risoluzione. C’è un’umanità densa, vivida, avventata, così impunemente svelata da mettere a disagio, così francamente impudente da muovere alla complicità, alla commozione. O al rifiuto, perché no.<…>Il mito di Orfeo è pretesto, scintilla di visioni che si sviluppano libere, proposte in quadri che trascolorano l’uno nell’altro senza tregua, dove il corpo si fa parola e la parola giunge a tratti, a compendio.<…>il fulcro del lavoro è “quell’attimo lì”, un assaggio di infinito dentro uno scarto, un cedimento, un impulso; una scelta che impronta di sé ciò che verrà, dopo la quale nulla potrà tornare ad essere esattamente ciò che era.<…> Stefano Botti, Francesca Brizzolara, Viridiana Casali, Francesca Cinalli, Renato Cravero, Riccardo Maffiotti, Aldo Torta ed Elena Valente interpretano con convinzione, energia, generosità un lavoro che a sua volta devia dalla poetica sinora conosciuta di Tecnologia Filosofica per congiungersi con il potente immaginario di Di Mauro”.
Monica Bonetto, “Un’umanità densa” - redazione www.sistemateatrotorino.it 
                                      
Pregevole è apparsa la compagnia Tecnologia Filosofica con il debutto nazionale di Der Augenblick dort_quell’attimo lì; Tecnologia è un gruppo ormai approdato a piena maturità, emerso qualche anno fa dalla rassegna-concorso Rigenerazione, ideata per promuovere le voci nuove e valide del contesto piemontese; un ensemble di teatro danza che in questa occasione si è confrontato con il mito di Orfeo, fruendo della regia di Michele Di Mauro, attore e regista di prosa. L’incontro, nato dal sincero desiderio di condividere un’esperienza artistica, ha dato vita ad una messinscena raffinata e coinvolgente, emotivamente ricca ed esteticamente sorprendente; la discesa agli inferi di Orfeo, il suo volgersi a guardare Euridice, in quell’attimo che la condanna all’inferno, è qui pretesto per indagare su tanti altri inferni personali, interiorità che ci accomunano con la ricerca di sé nell’amore, che se è vero non si impone ed ha tante facce, come quelle dell’ultimo quadro, dove Orfeo non guarda, e quindi salva, la sua Euridice”.
Maura Sesia, Sipario luglio 2010, “Torino oltre i limiti”

“Tutto è immerso in una precisa e perfettamente congegnata cromaticità di luci e colori, bianco, rosso e nero, quelli dell'amore e della morte. Nel tempo visioni forti e decise, senza mezze misure, tra coreografie corali, videoproiezioni, monologhi e brani di componimenti poetici, lo spettatore è immerso in un'atmosfera di sogno, in totali variazioni di spazi e segni, in cui però ritrova la linea costante della ricerca dell'intenso attimo creativo che combacia con lo sgorgare profondo del sentimento dell'amore e della sua perdita. Un attacco frontale emotivo di musica, corpi e voci”.
Alan Mauro Vai, Torino Teatro Web Magazine, 29-01-2011

“Una piéce insolita, montata a siparietti, che strega e lascia ammirati. Un miscuglio ben riuscito di tanz- theater,cabaret e music-hall.Un caleidoscopio dal meccanismo perfetto, che per un' ora e dieci sforna sorprese a ripetizione, una più sbalorditiva e coerente dell' altra e tutte declinate sul tema fatale di "quell' attimo lì", Der Augenblick dort, ovvero quando Orfeo si gira - contravvenendo al patto - e perde per sempre la sua Euridice, il suo amore, i suoi sogni. Uno spettacolo ricco di visioni colorate, geometrie d'ascendenza espressionista, proiezioni colte e rare, condite di riflessioni personali e di gruppo: dal poema di Rilke ai film di Cocteau e di Lynch (meravigliose le scene con le maschere di animali), alla partitura di Offenbach ma farcita di canzonette fino al fumetto bianco-grigio di Buzzati: tutto concorre a dimostrare la bravura e lo spessore di una Compagnia davvero speciale, che sa ballare, cantare, suonare, recitare e costruire installazioni degne di essere esposte in un museo d' arte contemporanea".
Claudia Allasia, La Repubblica 30-01-2011

COMUNI MARZIANI

"Risuona una mazurca e le tre coppie girano sul palcoscenico, si disfano, si ricompongono, sino a quando si ricompattano "fuori norma", una coppia etero e due gay...parte uno slow e le coppie si baciano...è la scena centrale di Comuni Marziani, piccolo spettacolo di culto della compagnia Tecnologia Filosofica di Torino che veleggia verso le 70 repliche: non poche per un pezzo di contemporanea cresciuto fuori dai grandi circuiti.Ironico e leggero, delicato e affettuoso, ma al tempo stesso profondo e mai banale, lo spettacolo è firmato da Aldo Torta e Stefano Botti che lo interpretano con Francesca Brizzolara, Francesca Cinalli, Riccardo Maffiotti ed Elena Valente".

Sergio Trombetta, La Stampa, 21 aprile 2013

“Ma le sorprese non sono mancate. Mi riferisco al lavoro di Tecnologia Filosofica, Comuni Marziani , esemplificazione di come possa essere vitale uno spettacolo che, partendo dall’urgenza di affrontare i grandi temi dell’oggi, sa trovare una propria strada di comunicazione scenica.”

Alfonso Cipolla, La Repubblica,7 Aprile 2007

“Ancora di una zona d’ombra della realtà circostante tratta il bel lavoro di teatro-danza allestito da Tecnologia Filosofica, Comuni Marziani…che affronta, con levità ed ironia, l’omosessualità, dalla presa di coscienza e conseguente difficoltà di farsi accettare anche in famiglia, all’apertura al mondo, attraverso il faticoso sgretolamento dei pregiudizi.”

Maura Sesia, La Repubblica, 9 Maggio 2007

E’ il momento del teatro-danza con lo splendido lavoro della compagnia torinese Tecnologia Filosofica, Comuni Marziani…uno spettacolo di grande bellezza e impatto emotivo in scena a Modena e a Rimini il 9 e 11 Febbraio.” Redazione di www.ultimapagina.it, Febbraio 2007

Comuni Marziani è il titolo del lavoro intenso, divertente, ironico, disturbante(…) che affronta il tema delicato della scoperta dell’omosessualità (e della sessualità in generale) nell’adolescenza (…) frutto di un lungo studio che gli stessi autori e gli altri interpreti hanno condotto anche sui propri ricordi e il proprio vissuto, filtrato poi con intelligente ironia attraverso un originale apparato gestuale e coreografico.”

Giorgia Marino, Redazione di www.valenzaalchemica.it ,Teatro Regionale Alessandrino, 28-10-07

«Comuni marziani» è il titolo dello spettacolo che sta girando l'Italia..e che si candida ad essere un ottimo strumento per alunni e prof per prendere contatto con la diversità di ciascuno di noi, (omosessualità compresa), con il divario, da sanare, tra maschere e modi autentici di essere. Scritto da Stefano Botti e Aldo Torta, allestito da «Tecnologia filosofica», mette a confronto l'icona retorica della normalità con sprazzi di vita vera.

Delia Vaccarello, L'Unità, 3 giugno 2008

 

YY
Nella serata dedicata ai giovani talenti selezionati dal network italiano di danza Anticorpi, ecco, amabile e divertente, YY dei torinesi Aldo Torta e Stefano Botti di Tecnologia Filosofica. Un bagnino e un bagnante su una spiaggia, un divertente e spensierato duetto fra ragazzi: abbracciarsi, saltarsi addosso, sollevarsi sempre sul filo sottile dell'ironia e dell'affetto, con una strizzata d'occhio all'esibizione fisica estiva
Sergio Trombetta, DANZA&DANZA, Luglio/Agosto 2009
Nuova edizione a Torino del Festival Interplay....rimarchevoli le schermaglie amorose e dinamiche del duo YY di Aldo Torta e Stefano Botti....
Chiara Castellazzi, TuttoDanza, Estate 2009
“Il cromosoma maschile è un duo, un bagnante ed un bagnino. Nel silenzio i due interagiscono cerchiando lo spazio con movimenti di intesa, di frizioni, di pressioni corporee, gli sguardi sono complici, ironici, a volte dubbiosi, straniti, come in un gioco, in una relazione non compresa. Quando una musica brasiliana prende il via, si scatena una danza simultanea nella gestualità e nei passi. Iniziano quadri in movimento, paradossali ed ironici.Sguardi standardizzati, sorrisi plastificati, gesti robotici che creano un momento davvero esilarante. Un gioco a due che spezza la monotonia del vivere quotidiano mnemonico”.
Paola Spedalieri, Arteatro.eu, 22 ottobre 2011

 

BOULE DE NEIGE

>> Premio Il Rumore del Lutto | Festival Le voci dell'Anima 2022: "Per il movimento che si fa mantra senza la necessità del dire. Per lo spazio largo e denso del silenzio, che insegna a non temere il vuoto e che si fa grembo, quiete feconda, rinascita."

Menzione speciale Confine Corpo | Festival Le Voci dell'Anima 2022: "Per la delicatezza risoluta di un fare dei corpi in armonia con il tutto. Perchè il silenzio non finisce nella lunga lista delle cose perdute, come l'aria, l'acqua e il pudore"

"I coreografi e ballerini Stefano Botti e Aldo Torta trasportano il pubblico di Interplay in un’atmosfera di raccoglimento mistico, realizzando un rituale ascetico volto a sondare le infinite gradazioni del silenzio, una sostanza la cui trasparenza è incarnata simbolicamente dall’acqua. Attraverso una plastica fluidità del gesto e un’esemplare coordinazione dei movimenti, i due artisti si cimentano, con grazia flessuosa, in figure speculari dalla lentezza ipnotica, disegnando nell’aria, con il solo librarsi delle braccia, invisibili e sinuose circonvoluzioni di fumo. In modo molto suggestivo e straordinariamente fedele i due interpreti riescono a riprodurre il flutto di un’onda marina che si infrange sulla riva, con il suo maestoso e pigro moto di risacca, e i suoi improvvisi gorghi e mulinelli. http://www.klpteatro.it/interplay-2018-tecnologia-filosofica-shi-pratt

"Una meditazione sul silenzio, sulla danza come movimento separata da una componente sonora. Il suono è per lo più evocato da un video proiettato sulla grande tela che cade dall’alto e taglia ortogonale il piano della scena: pioggia e neve che cadono, la nebbia che oscura un sole lontano, le onde del mare che spazzano la battigia. I due danzatori si incontrano o si fronteggiano ai lati della scena. I movimenti fluidi, a volte sincroni, talvolta a rincorrersi come onde del mare, fino a trovarsi seduti a terra opposti e speculari in posa meditativa. Boule de neige di Tecnologia Filosofica è un lavoro intenso e delicato, teso a riscoprire il valore del silenzio come luogo per gettare uno sguardo lucido sulla realtà e su se stessi". http://www.enricopastore.com/2018/06/01/speciae-interplay-tecnologia-filosofica-resodancer-company-andrea-gallo-rosso-giselda-ranieri/

"Il Silenzio. Si sente, si annusa, si tocca, si vede, si gusta. E si respira. Lo spettacolo Boule de Neige di Tecnologia Filosofica(...) ci conduce in uno stato fisico e mentale di quiete. (...) Si entra in teatro. Aldo e Stefano sono vestiti di nero con la gonna fino ai piedi, un pò preti delle foto di Giacomelli nella neve, un pò danzatori sufi, un pò praticanti di arti marziali. Volteggiano, fendono l'aria, si inseguono. Al centro, divide lo spazio una striscia bianca, con proiezioni di acqua nelle varie forme: pioggia, neve, vapore. e parole scritte. L'assenza di suoni non è silenzio: leggere attiva molto. La meditazione è rito, preghiera, incontro a due, tempo di deposito della neve nella boule". Francesca Rosso - La Stampa


LA MONTAGNA DEI 7 VETRI

L’originalità della proposta sta nel fatto che si assiste in diretta alla creazione di un lungometraggio animato, con gli attori-musicisti […] Marco Amistadi: quest’ultimo è un geniale tuttofare, in quanto anche autore delle musiche, rumorista, polistrumentista, live-electronics e regista. L.O., LA STAMPA  TorinoSette
Lo spettacolo getta un ponte tra la tradizione fiabesca e l’innovazione scenica: un ponte che, a ben vedere, è insito nei generi del Teatro di Animazione e del Teatro di Figura, discipline performative le cui soluzioni tecniche hanno costituito i primordi del cinema. Un ponte, oltretutto, che unisce nella direzione inversa il Cinema di Animazione a una tradizione teatrale di figura, colore e incanto visivo. Valerio Rupo,  Teatrionline
Un teatro multimediale e a colori, quello proposto da Thuline Andreoni e Marco Amistadi. La loro “Montagna dei sette vetri”, tratta dal folklore piemontese, è una commistione assai dilettevole di linguaggi differenti: arte visuale, musica e parola. […] «Tradizione e innovazione – scrive Amistadi nelle sue Note – qui si riuniscono: tradizione nella scelta stessa di raccontare una fiaba, nel testo in rima, nella presenza di canto e strumenti acustici; innovazione nell'utilizzo di videoproiezioni e strumenti musicali elettronici». Matteo Tamborrino, Eolo

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IN SUPERFICIE
"La danzatrice Francesca Cinalli con il paesaggio sonoro di Paolo De Santis riesce, in passaggi che rivelano un'intensa potenza espressiva, a ironizzare sul nostro bisogno spesso ossessivo di pulizia, di igiene, ma anche a svelare la voglia di sognare, di portare la mente altrove, intrecciando gesti automatici della quotidianità e desideri di sperimentare una vita diversa, sapendo far sorridere con una creazione originale e molto coinvolgente".Castello di Torrechiara(PR), 12 agosto 2016 Motivazione della giuria Critica, Palio poetico Ermocolle 2016
"Divertente, ironico, coinvolgente. Qual è il rapporto che ciascuno di noi ha con il bisogno di pulizia? Si mette ordine "in superficie" forse per nascondere qualcosa? Rispecchiamenti tra fuori e dentro tra visibile e invisibile, quanto si svela o si nasconde?  Brani musicali noti e avvolgenti si alternano a suoni d'acqua, bolle rimbalzanti, rumori di una quotidianità appartata tra gorgoglii di tubi e brontolii di condutture,...in ginocchio?...sembra ci sia bisogno di una rassicurazione cerimoniale e invece ecco la filastrocca: "Apelle, figlio di Apollo"...la Cinalli danza con elegante energia il riscatto di una quotidianità ripetitiva. Pulire...pulire anche se stessi su un podio con un morbido piumino, vivere contemporaneamente realtà e immaginazione: con un sorriso, la danzatrice toglierà il tappo dal bidet, sulla scia di lunghi e divertiti applausi del pubblico".
Valeria Ottolenghi, Gazzetta di parma, 5 agosto 2016 Lesignano de'Bagni(PR)

NIJI_una preghiera
uno spettacolo di raffinata qualità, teatro danza senza confini geografici, con una musicalità intensa, dolce, ritmica, e di speciale energia, con suggestioni da mondi diversi, una ritualità colta e avvolgente, intima e comunicativa, una creazione dalla limpida originalità espressiva che pare sintetizzare per vie segrete il legame con la terra, una preghiera di movimento e voce, gesti e canto, bravissima Francesca Cinalli e, con lei, Paolo De Santis”.

PREMIO ERMOCOLLE 2012, Torrechiara (PR), 12 agosto 2012

“Nella suggestiva cornice del Monastero di Siloe, la compagnia di teatro-danza Tecnologia Filosofica dà voce allo scorrere del tempo. Il colore del fieno, dorato all'aurora e scuro all'imbrunire, il suono rauco e secco di note cadenzate anticipava l'incedere della notte, accompagnando i passi della danzatrice; quando la terra smossa dai suoi piedi nudi si rianimò alzandosi vorticosamente nell'aria, tutti si avvicinarono e presero posto sul suolo o sul fieno ad ammirare lo spettacolo. Approdava in questo scenario di assoluta magia, quasi sospeso nel tempo, il lavoro di e con Francesca Cinalli, Niji una preghiera, assolo di straordinaria raffinatezza dove le paure e le distanze tra Oriente e Occidente sfumano, trovando un punto di incontro nel linguaggio del corpo e nel comune destino dello scorrere del tempo. Ad aprire la scena erano le grandi uova sparse sul terreno che costeggiavano le imponenti eppure effimere architetture di fieno atterrate in quella settimana a Siloe. Nel loro grembo palpitava il segreto del tempo messo in scena sulle musiche essenziali e fortemente suggestive di Paolo De Santis. In una sintesi di sublime originalità, dialetti del suditalia, si intrecciano con canti giapponesi e messicani, preghiere d'oriente con quelle d'occidente in un tempo che sembra dilatarsi per cogliere quel momento sospeso del qui e ora, la chiave del divenire. Quella sera tra il magico silenzio di Siloe e i movimenti sempre più rarefatti e tenui della danzatrice sfumava Niji, diradandosi con la stessa lentezza reverenziale che lo aveva generato, lasciando vive e sospese le domande, i pensieri e le emozioni di un viaggio onirico tra Oriente e Occidente, tra danze ipnotiche, riti, culture e tradizioni lontane. Un viaggio in cui presente, passato e futuro sembrano intrecciarsi nell'energia dell'attimo.  

Valeria Moliterno, Siloe(GR) agosto 2012, Artapp n°10/2012

Un assolo intenso che, spaziando dalla butoh alla danza marziale indiana kalarippayat, si interroga sulla capacità di vivere il qui e ora ricercando nell’intersezione fra culture nostre e lontane….interagendo con un apporto musicale curato, la piece incarna tanti archetipi e immagini femminili senza discontinuità, senza riferimenti obbligati, senza gesti che non rivelino una sentita elaborazione personale, sul registro della poesia.”

Chiara Castellazzi, Tuttodanza, n°4 Inverno 2006/2007

-“Una sintesi davvero originale di cultura orientale e occidentale….ci riporta ad una dimensione antica, ideata e interpretata da una performer polivalente che spazia tra gli universi della danza, della parola e del canto….in un tempo dilatato per far meglio assaporare quel che c’è tra un’azione e l’altra della propria vita”

E. Romanelli, Presentazione Percorsi d’Autore 07, (VE, Fondamenta Nuove)21 aprile 07-

….Tecnologia Filosofica rappresenta "la Compagnia torinese emergente": da tempo il collettivo lavora su temi eterni e impalpabili di casa nella letteratura e nella poesia di ogni tempo e paese…. di essa fa parte Francesca Cinalli, autrice in proprio di deliziose epifanie in gallerie di tendenza, come Mazzini 41 di Federica Rosso”.
Claudia Allasia, Repubblica, 19 gennaio 2009

CANZONI DEL SECONDO PIANO

Sono stato colpito da una compagnia piuttosto giovane(Tecnologia Filosofica), con una coreografa giovane (Francesca Cinalli) e un'inventiva molto forte, uno stile di danza che mi tocca più della danza sperimentale. Trovo che ci sia un desiderio di scrittura nello spazio molto affermato.una visione molto ironica, sarcastica, poetica dell'Italia. Ho trovato questo spettacolo molto forte e mi ha fatto venire voglia di presentarlo al pubblico. Nella programmazione generale creava un giusto equilibro, portava un piccolo tocco supplementare all'idea che ci si fa qui della danza”.
Emmanuel Serafini, direttore del CDC festival des Hivernales di Avignon http://www.regione.piemonte.it/piemontedalvivo/interviste/serafini.htm

“For more than 1 hour,Tecnologia Filosofica conveyed what it's like to flirt and socialize with, bump into, and feel crowded by neighbors, but also, in the midst of it all, feel totally alone. Welcome to the ups and downs of apartment dwelling.The piece celebrated average bodies.These dancers did not perform anything amazing or near impossible: they had fun playing with beats and moving in unconventional ways. That makes them dancers”.
review by
Jessica Koslow, Culture Spot LA_December 15, 2011http://culturespotla.com/2011/12/dance-review-tecnologia-filosofica/

"Canzoni might look surreal in its mosaic-like, non-linear form, even grotesque: a bizarre tangle of two bodies presumably striving for sexual contact; it feels like ships in the night, a constant motoring without mooring of vulnerable souls in face of their own fragility. Like a choreographed sequence of paintings, all the while the minutiae of everyday life stand in for the deeper miseries of humankind, strokes and gestures we make reluctantly, unwittingly, or passionately, even obsessively, to connect with each other. It treads lightly, but at moments, profoundly".
review by Diane Sippl on Kinocaviar, December 19, 2011http://www.kinocaviar.com/canzoni-del-secondo-piano.php

“un colorato condominio, in uno spaccato di vita ad un tempo autentico e grottesco, in una partitura del quotidiano che unisce danza, voci, musica e parole”.
Redazione Piemonte dal Vivo

"Un air d’Italie.... Cinq danseurs, une chanteuse et un musicien autour d’un assemblage de portes nous donnent à voir une danse fluide, une succession de duos de trios et de soli souvent éclatés dans l’espace sur une musique live désuète, inspirée de la chanson italienne mais revisitée version “variété - électro” laissantun goût d’Elie et Jacno… Une danse interprétée sincèrement avec humour, maniant un second degré “à l’italienne” qui plait tant en France ".
Les Hivernales, redazione http://www.hivernales-avignon.com/saisons/100_danse_quand_les_regions_s-en_melent-/tecnologia-filosofica/

"cinq portes dègondèes, véritable appui de jeu dansé. Ces panneaux vont entrer peu à peu dans la danse pour finir in un véritable ballet d'une fluidité remarquable. En attendant toute l'Italie s'invite dans cette création....l’écriture chorégraphique se dessine avec simplicité et finesse."
Sophie Bauret, Vaucluse-Matin, 12 julliet 2010

"La compagnie Tecnologia Filosofica coupe des tranches de vie, gorgées des saveurs douces-amères du quotidien. Accompagnés par une chanteuse et un musicien, les cinq danseurs évoluent dans une scénographie mouvante,où chaque porte invite à la dérobade ou au secret d’intimité. De soli en trios, ils déclinent les infinies variations d’une humanité toujours en quête d’équilibre, entre tragique et comique".
Gwenola David_La Terrasse_Avignon en scène(s)2010_juilliet 2010 http://www.journal-laterrasse.fr

"Ils sont cinq. Cinq, comme les doigts de la main. Unis, désunis, incarnant le vivre ensemble. Leur danse fluide a un aura tout particulier: elle est d'une sincérité déconcertante(Pina est toujours avec nous).La fragilité des relations humaines mise à nu par le jeu des portes, la beauté des corps se découvrant et la fête pour mieux enivrer les pantins du monde, sont les ingrédients de cette réussite chorégraphique, et invitent le public à l'empathie."
Laurent Bourbousson-www.festivalier.net; http://www.festivalier.net/article-aux-hivernales-d-avignon-panique-a-tous-les-etages-53966760.html
 

VERSO UNE FLÈCHE

 

Motivazione della giuria del Festival Troia Teatro 2017: "Dopo un'attenta analisi valutativa degli spettacoli in #concorso e considerato il buon livello della maggioranza dei lavori visti, la giuria ha deciso di assegnare il PREMIO ECEPLAST S.r.l. 2017 - VII edizione all'interno della XII edizione del Festival Troia Teatro a VERSO UNE FLECHE della Compagnia Tecnologia Filosofica (Francesca Cinalli, Paolo De Santis e Sara Girardo) per l'originalità della proposta relativa al tema del #rito, sviluppata in un uso rigoroso del corpo delle due danzatrici-performer, inserite in uno spazio che si estende oltre il limite scenico convenzionale. Per l'utilizzo di materiali ed elementi simbolici, pensati e costruiti seguendo un processo artigianale curato nei dettagli; per l'esperienza estetica offerta al pubblico attraverso una complessa struttura drammaturgica di spazi e corpi che riconduce lo spettatore verso gli archetipi esistenziali: la vita e la morte."
La Giuria del #TroiaTeatro17 (Mariateresa Surianello, Alessandro Toppi e Nicole Jallin)
<...>"Con l’assegnazione del riconoscimento a Verso une flèche dei torinesi di Tecnologia filosofica, la cittadina del foggiano si conferma luogo di accoglienza per artisti spuri e sperimentatori come la coreografa Francesca Cinalli che, diretta da Paolo De Santis, abita un spazio scenico dilatato e segnato dall’artigianalità di elementi scenografici simbolici, a partire dall’idea di freccia – del titolo – per evocare il maschile e il femminile e condurre verso la tenerezza dei primi passi vibranti di Sara Girardo".
Maria Teresa Surianello > Il Manifesto.it
<...>"fino alla danza di Tecnologia Filosofica che vince il festival con Verso une flèche, traducendo in unica azione poetica il gesto del tiro con l’arco, la ritualità della caccia, il legame vitale tra nascita a morte, e l’unione indissolubile tra predatore e vittima che si spende nella tensione fisica, mentale dello scoccare una freccia, in quell’attimo dilatato che precede la sua – forse fatale, forse fallimentare – partenza".
Nicole Jallin > Tempi.it
Leggi di Più: Troia Teatro Festival XII | Tempi.it
 
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